Una sorta di ritorno di questo grande edificio come se fosse parte della memoria storica del luogo. Mi sono prefigurato di riuscire a disegnare nell’aria, mantenendo però le relazioni dirette con il territorio.
Edoardo Tresoldi giovanissimo artista milanese, in occasione dell’inaugurazione del parco archeologico di Santa Maria di Siponto, a Manfredonia, ha così definito la sua straordinaria creazione.
Un équipe di archeologi, architetti, ingegneri e tecnici ha deciso, su sollecitazione del progettista e direttore dei lavori, di far realizzare al giovane artista una struttura che evocasse la presenza della Basilica ormai scomparsa e si ponesse in dialogo con la Chiesa medievale ancora esistente. La riaffermazione del genius loci è stata la vera sfida di Tresoldi che ha brillantemente risolto con “Dove l’arte ricostruisce il tempo”: opera permanente realizzata in aderenza con i resti dell’antica Basilica. Una struttura in rete metallica leggera e trasparente che ricrea tutti i volumi originari. Un’architettura che sembra fondersi con il cielo, sembra esserci e poi non esserci. Un ricamo leggerissimo di 4.500 metri quadrati di rete elettrosaldata zincata, alta 14 metri e pesante 7 tonnellate.
L’istallazione del giovane artista segna fortemente il paesaggio e, nata con l’intento di offrire una protezione ai resti dell’antica Basilica, in particolare al mosaico pavimentale, si è trasformata in un originalissimo connubio tra archeologia e arte contemporanea, restituendo la terza dimensione ad una architettura ormai scomparsa. Il progetto si integra e fonde con l’ambiente circostante, senza appesantirlo ma esaltandolo, e mantenendo inalterato il fine conservativo e divulgativo.
Un linguaggio contemporaneo, semplice e soprattutto comprensibile a tutti, dall’architetto al fruitore di passaggio, una sorta di chiave di lettura per leggere l’antico che solitamente è difficile da contestualizzare. Una scelta originale e stupefacente, che potrebbe servire da precedente per futuri progetti di restauro, non solo di siti archeologici.